La festa di San Domenico e il rito dei serpari

27 apr

Molti di voi avranno sentito parlare della cosiddetta festa dei serpari, un mix tra religione e folclore, questa insolita ed antichissima processione, che vuole la statua di un santo addobbata di serpenti si svolge ogni primo di Maggio a Cocullo, in provincia dell’Aquila e migliaia tra turisti e fedeli provenienti da ogni dove riempiono i vicoli e le stradine di questo piccolo e grazioso borgo.

Questa ricorrenza celebra San Domenico Abate, un monaco benedettino originario di Foligno che intorno all’anno mille si trovò di passaggio nel territorio tra Cocullo e Villalago e vi si stabilì per alcuni anni guadagnando anche seguito e devozione tra la popolazione locale. Ma cosa c’entrano i serpenti con un rito religioso cristiano? C’è molta incertezza sulle origini di questa festa, probabilmente si trattava di un culto pagano precristiano, difatti nelle vicinanze, dove anticamente era presente il lago del Fucino esisteva già il culto della Dea Angizia, una divinità che secondo la credenza era capace di manipolare i serpenti e guarire dal morso di essi. Quindi c’è una sorta di connubio tra gli antichi rituali e l’opera di Domenico da Foligno dato che egli oltre ad essere un umile predicatore ebbe anche la fama di guaritore dal morso dei serpenti oltre ad un altra serie di malattie tra cui il mal di denti, febbre ecc. L’ipotesi appunto è che la venerazione del santo abbia via via soppiantato l’antico culto pur mantenendo le serpi come elemento principale di questo importante evento religioso.

Come si svolge la festa. Già di primo mattino il piccolo paese brulica di turisti e venditori ambulanti ma soprattutto i “serpari” sono proprio loro i protagonisti, prima ancora che inizi la processione, sparpagliati qua e la ci sono loro che tengono tra le mani le serpi dando la possibilità a chiunque tra i visitatori di toccarli e farsi qualche foto ricordo con essi intorno al corpo, ovviamente si tratta di specie innocue come, il cervone, saettone, biscia dal collare, biacco. I serpari possiedono un abilità che si tramanda da diverse generazioni, la cattura avviene tra le montagne adiacenti l’abitato e una volta terminata la festa i rettili vengono liberati nello stesso punto dove è avvenuta la cattura. Questo sta a sottolineare come gli abitanti locali abbiano un certo rispetto per questi animali. L’inizio della festa è dato dall’arrivo in paese da compagnie di pellegrini vestiti con costumi tradizionali e intonando dei canti, essi provengono dal Molise e dalla provincia di Frosinone, dove il Santo è particolarmente venerato, difatti proprio a Sora terminò la sua vita monastica. Si prosegue con dei riti propiziatori nella chiesa a lui stesso dedicata, in una piccola grotta dietro una cappella si raccoglie della terra benedetta, poi i fedeli afferrano con i denti una corda tirando una campanella come auspicio di buona salute per i propri denti. Due ragazze in abiti tradizionali che si preparano a sfilare alla testa del corteo portano sul capo dei canestri che sembrano contenere dei dolci, in realtà sono cinque “pani sacri” detti ciambellani che in ricordo di un miracolo compiuto dal santo verranno offerti per antico diritto ai portatori del simulacro e dello stendardo. A mezzogiorno dopo la messa inizia la processione, uscendo dalla chiesa compare la statua del santo completamente avvolta dai serpenti, come se fosse un abbraccio, ed è proprio questa l’immagine che simboleggia l’unicità dell’evento. Il corteo circondato da un numero impressionante di turisti e fedeli attraversa le strade principali del paese ma anche le strette stradine scortato da Carabinieri in alta uniforme per poi terminare nuovamente nella chiesa di San Domenico.

Precisazioni. A seguito del sisma del 6 Aprile 2009 la chiesa di San Domenico è resa inagibile, quindi in attesa dei lavori di ristrutturazione la processione inizia e termina nella Chiesa della Madonna delle Grazie che si trova nella piazza principale del paese. Originariamente la festa di San Domenico si svolgeva il primo Giovedì di Maggio ma dal 2012 è stata spostata al primo Maggio in osservanza dell’Art. 1, comma 24, del d.l. 138/2011, convertito dalla legge n.148/2011.

Come raggiungere Cocullo e cosa c’è nelle vicinanze. Cocullo è facilmente raggiungibile percorrendo l’autostrada A 25 Roma-Pescara, venendo da Roma subito dopo la galleria c’è l’uscita per Cocullo, viceversa venendo da Pescara l’uscita è subito prima di imboccare la galleria. Si raccomanda di raggiungere la località al mattino presto in quanto la festa di San Domenico richiama un pubblico numeroso, anche con pullman provenienti da altre regioni e in ogni caso l’autovettura la si può parcheggiare lungo la strada provinciale sottostante il paese o appositi parcheggi e poi salire a piedi. Se nel caso si voglia prolungare la gita e visitare le località limitrofe il territorio offre un notevole patrimonio storico e naturalistico. Nelle immediate vicinanze sono presenti borghi caratteristici come Anversa degli Abruzzi e Castrovalva, da Anversa si può proseguire attraverso le suggestive gole del Sagittario e raggiungere Villalago e la nota località di Scanno. A Villalago di cui San Domenico è patrono è presente un piccolo lago a lui intitolato ed anche un eremo fondato dallo stesso monaco. Questi luoghi rappresentano anche la porta d’ingresso del Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise. Sono presenti ovviamente numerosi agriturismi ed osterie con cucina tipica locale nonchè alloggi per pernottare.

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